La gara tra Stella Rossa di Belgrado ed il Milan rievoca ricordi lontani e dolcissimi per i tifosi rossoneri. Ricordi legati soprattutto al primo precedente tra le due squadre.
Sono infatti quattro i precedenti tra Milan e Crvena Zvezda, con i rossoneri che non hanno mai perso, vincendo due partite e pareggiandone altrettante. La prima doppia sfida è anche la più epica. Ma ad essere sinceri, si può proprio dire che in quel caso furono giocate ben tre partite.
Coppa del Campioni del 1988-1989, il Milan ha eliminato agevolmente al primo turno il Vitosha (l’attuale Levski Sofia), ma al secondo turno si ritrova un avversario tutt’altro che facile. Si tratta della Stella Rossa di Belgrado, team ricco di talento.
Nei biancorossi belgradesi giocano tra gli altri il giovane Robert Prosinecki, che poi fece le fortune della nazionale croata insieme a Boban, l’attaccante Dragan Stojkovic e soprattutto il suo “gemello”, Dejan Savicevic, che poi il pubblico di San Siro incomincerà a conoscere bene, appellandolo come il “genio”.
Il Milan di Sacchi è in un momento di grande splendore, eppure questa Stella Rossa si rivela un ostacolo quasi insormontabile. Prima partita a “San Siro”, il 26 ottobre del 1988, dove succede tutto in un minuto, ad inizio ripresa.
Prima segna Stojkovic, gelando i 71.316 di San Siro, e poi pareggia immediatamente Pietro Paolo Virdis con un tocco felpato sull’uscita di Stojanovic. Uno a uno ed appuntamento a Belgrado il 9 novembre 1988.
Si gioca di sera e nella ripresa cala il nebbione. Il “Marakana” di Belgrado, ricolmo di pubblico ribollente, è avvolto da una coltre bianca e proprio Savicevic segna un goal che pochi vedono, che condannerebbe un Milan ridotto in dieci per l’espulsione di Virdis.
C’è molta concitazione ed agitazione, la Stella Rossa vede la qualificazione, ma i rossoneri non vedono il campo ed il pallone. All’arbitro Pauly viene chiesta la sospensione della partita, ma gli slavi dicono che ci si vede abbastanza e si può proseguire. Alla fine si decide di sospendere e di rigiocare la gara dall’inizio il giorno successivo, questa volta di pomeriggio.
Giovedì 27 ottobre 1988, quindi, si riparte da capo, ma con il Milan privato di Virdis, che un telex della UEFA in mattinata conferma essere squalificato dopo l’espulsione del giorno prima.
Si tratta del pomeriggio di un giorno feriale, eppure gli 88.500 del “Marakana” sono ancora tutti lì. I rossoneri sono diversi, più determinati, e segnano nettamente un goal su una carambola in area, ma l’arbitro tedesco Pauly, maltrattato negli spogliatoi la sera precedente, non vede clamorosamente il pallone entrato in porta di un paio di metri.
A portare comunque in vantaggio i rossoneri ci pensa poco dopo Van Basten, che stacca di testa sul cross di Evani e segna uno splendido goal. Come se si ripetesse il copione dell’andata al contrario, la Stella Rossa pareggia quasi subito grazie ad una invenzione di Savicevic, che manda in rete il solito Stojkovic.
Poi, la grande paura del grave infortunio di Donadoni, su uno scontro aereo con Vasiljevic. L’ex atalantino cade a terra esanime, immediati i soccorsi, per qualche istante si teme il peggio.
Massaggio cardiaco sul campo e poi corsa in ospedale, la diagnosi dirà, frattura della mandibola, ma in campo, per alcuni minuti i giocatori rossoneri saranno dei fantasmi temendo il peggio e solo delle successive rassicurazioni riusciranno a scuoterli.
Al posto di Donadoni entra Gullit, che nella mattinata aveva testato nel giardino dell’albergo le sue condizioni fisiche, per poi poter aver l’OK di sedersi in panchina.
Al novantesimo è uno a uno, si va quindi ai supplementari, ma il risultato non cambia; rigori. Segnano Stojkovic, Baresi, Prosinecki e Van Basten, poi è il turno di Savicevic, ma Giovanni Galli para.
Evani certifica il vantaggio rossonero, Mrklela per la Stella Rossa e Giovanni Galli si ripete e concede al Milan un match-point. Rijkaard ha il pallone della qualificazione e non sbaglia, il Milan passa il turno.
Meno epica la doppia sfida dell’estate 2006, anche se sempre giocata in circostanze particolari. L’estate 2006, infatti, è ricordata per l’Italia campione del mondo a Berlino, ma anche per il maxiprocesso di Calciopoli.
Il campionato, sul campo aveva visto il Milan terminare secondo dietro la Juventus e quindi direttamente qualificato alla fase a gironi di Champions League, ma il processo cambierà tutto.
Inizialmente, la sentenza relega il Milan, fuori dalla Champions League, dove doveva andare a giocarci l’Empoli, ma una successiva sentenza porta i rossoneri a giocare i preliminare, che viene preparato di fretta e furia e tra lo scetticismo della Uefa, che scrive note non proprio piacevoli sul Milan.
Avversario: la Stella Rossa, con il ricordo della doppia sfida del 1988 ancora vivo. A San Siro, mercoledì 9 agosto del 2006, sono in settantamila che accorrono a sostenere i rossoneri di mister Ancelotti.
La partita viene risolta a metà primo tempo, quando Kakà illumina e Pippo Inzaghi segna. Uno a zero a San Siro. Ritorno a Belgrado il 22 agosto 2006 con 51.538 spettatori presenti a spingere la Crvena Zvezda.
Ma Filippo Inzaghi è scatenato e replica alla rete dell’andata, segnando di testa su cross di Gattuso poco prima della mezzora. Raddoppio di Seedorf sul finire di partita, con Djokovic che segna l’uno a due un minuto dopo e indora la pillola ai serbi.
Come nel 1988, anche nel 2006, il Milan andrà a prendersi la coppa dopo aver superato l’ostacolo Stella Rossa… si dice che non ci sia due senza tre.