Stanno per essere scritti il decimo e l’undicesimo capitolo dello storia tra Porto e Milan, che ha visto una lunga serie di partite valide per la Champions League (anche se la prima doppia sfida era ancora nell’ambito della vecchia coppa del Campioni). Solo una partita tra le nove disputate dalle due squadre non è stata valevole per la Champions, ovvero l’ultima cronologicamente giocata, che fu una sfida valida per la supercoppa Europea.
Andiamo con ordine ed iniziamo dalla doppia sfida. Coppa dei Campioni 1979-1980, Milan vincitore dello scudetto della stella si ritrova al primo turno di coppa dei Campioni un avversario non facile come il Porto. L’andata si gioca in terra lusitana e, davanti a 55.000 spettatori, il Milan ottiene un incoraggiante 0-0. Ora i rossoneri hanno due risultati su tre al ritorno a San Siro, ma quel Milan, non era quello che aveva vinto lo scudetto l’anno precedente. Persa la bandiera Rivera, ritirato al termine della stagione precedente, la squadra balbettava anche in campionato, dove poi fu pure coinvolta nello scandalo scommesse e trascinata in serie B. Così, anche in coppa le cose andarono in maniera funesta ed i 70.000 occorsi al “Meazza” videro le speranze qualificazioni infrangersi ad inizio ripresa, quando una punizione di Duda bucò Albertosi e mandò a casa la truppa di Giacomini.
Facciamo un salto di quasi quindici anni e ci ritroviamo nella stagione 1992/1993. Gli anni novanta sono ricchi di precedenti tra i dragoes ed i rossoneri, con la fase a girone della Champions League che li mette spesso contro. La formula di allora vedeva la fase a gironi iniziare in primavera e la gara di andata ad Oporto si disputò ad inizio di maggio. Ancora una volta erano in 55.000 al “do Dragão” dove la coppia Simone–Papin confezionò il goal vittoria (assist di testa di Marco e rete del francese). Poche settimane dopo il ritorno a San Siro davanti a 67.389 spettatori. Simone fa ancora l’assist-man e questa volta è Eranio a trafiggere Vítor Baía. Due vittorie che lanciarono un Milan, orfano di Marco Van Basten, verso la finale di Monaco di Baviera, dove l’olandese giocò per l’ultima volta ed i rossoneri persero per il famoso colpo di testa di Bolì.
Stagione successiva ed è di nuovo girone con Milan e Porto insieme. Si gioca prima a San Siro ed il Milan di Capello domina l’incontro. Tre a zero secco con Savicevic scatenato assist-man; manda in goal addirittura Raducioiu, poi pennella il corner che Panucci insacca di testa, mentre nel secondo tempo mette sulla testa di “provvidenza” Massaro la rete del tre a zero che manda in estasi i 31.915 del “Meazza”. Il ritorno in Portogallo è invece una formalità. I rossoneri difendono il primo posto impattando zero a zero, ma i 45.000 tifosi dei dragoni sono comunque contenti, perché accedono anch’essi alle semifinali contro il Barcellona di Cruyff… Già, proprio quel Barcellona di Cruyff poi schiantato dai rossoneri nella magnifica ed indimenticabile finale di Atene.
Si fa un salto di qualche anno e nel 1996-1997 ecco di nuovo girone con Porto e Milan. Il Milan è quello di Tabarez che ospita a San Siro il Porto dello spauracchio Jardel. Il primo tempo è incoraggiante per i 31.769 presenti, visto che è Simone a ricevere da Roberto Baggio il pallone che porta il Milan in vantaggio. Ma bastano pochi minuti di ripresa ed Artur Oliveira pareggia. La reazione del Milan arriva sulla consolidatissima asse Simone-Weah. Siamo quindi due a uno ad un quarto d’ora dal termine quando si scatena Mario Jardel. Doppietta e partita ribaltata; vince il Porto. La gara di ritorno in Portogallo è famosa per essere quella dell’unica rete in rossonero di Edgar Davids, che porta il Milan in vantaggio ad inizio ripresa, ma i 45.000 supporters lusitani non si abbattono ed Edmilson li premia con la rete del pareggio e della qualificazione. Ma l’uno a uno potrebbe andare bene al Milan, a cui ora basta non perdere con il modesto Rosenborg per passare… sappiamo tutti come andò.
Ultima sfida è quella dell’agosto 2003. Si gioca al “Luois II” di Montecarlo. Il Milan è quello reduce dal trionfo di Manchester, quello delle parate di Dida e del rigore decisivo di Shevchenko che affondò la Juventus di Lippi, Del Piero e Buffon. Quel Milan di Ancelotti che sta per innestare nel motore un giovane di nome Kakà, che tanto fa sorridere gli avversari per il nome, ma tanto li farà penare per le giocate sul campo. Un Milan da sogno, in cui Shevchenko si ritrova dopo alcune stagione tribolate. La fiducia di quel rigore al teatro dei sogni ha ridestato il campione che è in lui e così; pennellata dalla destra di Rui Costa, zuccata dell’ucraino e l’ennesima supercoppa Europea arricchisce la bacheca rossonera.
In tutto quindi, nove precedenti, con quattro vittorie del Milan, tre pareggi e due vittorie del Porto, entrambe curiosamente in trasferta. Milan quindi imbatto al “do Dragão”, dove ha vinto una volta e pareggiato in tre occasioni.